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La moglie russa o innamorarsi alla russa.

Un noto architetto italiano Gianvincenzo Bartoli è convinto: non è possibile vivere senza delle donne, soprattutto delle donne russe. Quando è arrivato in Russia, si è inamorato tra una settimana. Ci ha il suo business già da due anni e lo sopporta la sua donna amata, Elena. In questa intervista Gianvincenzo, appassionato come un uomo del Sud, usando il misto dell’italiano e russo, ha parlato con noi del tema molto importante per gli italiani – le donne, che possono riempire la vita dell’uomo con il senso, le difficoltà e la felicità.
– Gianvincenzo, quando andava in Russia, pensava di trovarci una donna del Suo sogno?
G.: No. Certamente ritenevo che si ci avessi conosciuto una donna adatta per me mi sentirei molto contentp. Proprio per quel momento ho finito una lunga storia d’amore in Italia. Mi sembravo di non essere pronto alle relazioni serie. Però tutto è andato in un altro modo.

– Come siamo noi, le donne russe, dal punto di vista di un italiano?
G.: Prima che mia madre abbia conosciuto Elena, aveva molta paura per me. Quando andavo in Russia, mi faceva pensare di essere attento. Perché se giudicare dal parlare, le donne russe cercano sempre il proffitto. Ma quando l’ha conosciuta, sono piaciute una all’altra e sono diventate delle aniche buone. La mamma ha capito che anche in Russia ci sono le donne degne. Insomma, non intrude nei nostri rapport famigliari.

– Però noi, le donne russe, ci pensiamo le mogli migliori del mondo. Allora in Italia c’è un altra opinione di noi?
G.: Non è proprio così. Nonnostante lo stereotipo vecchio, molti italiani sposano le donne russe. Negli ultimi tempi ci sono molti matrimoni misti. In Italia la situazione è piuttosto difficile. C’è l’impressione che nel mio paese ci sono più uomini che donne. Da voi mi ha stupito che ci sono molte donne che vanno nei bar, ristoranti, club da sole, senza gli uomini. Se in un locale notturno italiano ci saranno cinque belle ragazze a ballare, non resteranno sole. Arriveranno subito 150 uomini. Da voi le donne annoiate sono una cosa normale. Gli uomini bevono birra e non guardano le donne. Forse per questo un uomo non molto bello per le ragazze italiane potrebbe arrivare in Russia, trovare una bellezza vera e portarla in Italia.

– Givi, se passeremo dalle cose generali alle cose concrete? Quale impressione Le hanno fatto le donne russe quando è arrivato in Russia?
G.: Le donne russe sono bellissime. È proprio così. Poi sono interessanti non soltanto per la loro chiara apparenza. È possibile parlare con le donne russe di molte cose, sono intelocutori interessantissime, sono più aperte. In Italia ci sono le difficoltà con questo. Forse è la colpa del femminismo, che negli ultimi tempi è caratteristico per molte italiane. Con una italiana si può parlare sinceramente soltanto se ci si conosce da molto tempo, è più chiusa, ha paura di comunicare con gli uomini. Non è così facile conoscere una donna interessante in Italia. In Russia le donne quando sentono parlare la lingua straniera vogliono conoscerti loro stesse. Forse hanno voglia di conoscere un’altra cultura.

–Elena, che differenza c’è tra gli uomini italiani e russi?
Е.: Gli uomini italiani si comportano in un altro modo con una donna. La rispettano, anzi, la ammirano ed adorano. Le donne per gli italiani sono un tema molto importante.

– Givi, tra molte donne ha scelto Elena. Perché?
G.: È difficile dire. Elena ha un carattere molto buono. Quando ci sono arrivato, ero da solo, ed Elena mi ha aiutato molto. Penso che se non ci fosse lei, andrei via della Russia e porterei il mio business in qualsiasi altro posto.

– Elena, come Lei aiutava Givi ad adattarsi?
Е.: Noi con gli italiani abbiamo le mentalità diverse. I primi tempi Givi ne aveva molta difficoltà. Poteva essere imbrogliato nel tassi, dove gli prendevano tre volte di più. Ce ne erano molte cose del tipo e gli spiegavo come bisogna vivere nel nostro paese. (ride)

– Come vi siete conosciuti?
Е.: In un locale notturno dove sono arrivata con gli amici del cuore. Givi ci è arrivato con il suo amico italiano, anche lui ci lavorava.

– Givi non aveva paura ad avvicinarLa?
Е.: Sa, ero io ad avvicinarlo (ride). Parlava con un uomo della nostra compania ed ho cominciato anch’io a parlare. Parlavamo l’inglese che conosco al livello della scuola, e Givi neppure. Parlavamo di Russia, del mio lavoro. Facevo la pubblicità in una casa editrice. Abbiamo cominciato subito a capirci. Poi ho cominciato a studiare l’italiano dallo zero.
G.: Sì, Elena è brava. Ha studiato l’italiano molto presto.

- Com’è andato il primo incontro?
Е.: Siamo andati nel ristorante. Tutto era bene. Però mi ricordo meglio il nostro terzo incontro quando Givi mi ha invitata a casa sua. Ha mandato il suo autista per prendermi, mi ha preparato la cena. Givi sa cucinare molto bene. Mi pare che lo fa meglio di ogni chef cuoco in Italia.

- Quella sera ha cominciato di studiare italiano?
E.: Sì, abbiamo cominciato subito a parlare la lingua dell’amore. (ride) Gianni mi ha regalato un bel mazzo di fiori, bevevamo lo spumante, lui se ne tormentava molto. Si vedeva subito. Gli tremavano un po’ le mani. In quella sera il mio cuore era conquistato.

(l’intervista viene pubblicata in testo ridotto)

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